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TEATRO E SCIENZA: PREGHIERA PER CHERNOBYL

Quando, nel 1986, esplose il reattore della centrale nucleare di Chernobyl tutte le certezze crollarono e ci sorprende senti- re affermare, ancora oggi, che la produzione di energia elettrica tramite le centrali nucleari è ormai sicura. Come si può parlare di sicurezza quando si ha a che fare con elementi radioattivi la cui longevità è tale da obbligarci a prendere in considerazione tempi di dimezzamento che vanno al di là di ogni umana concezione? 

Possiamo, in tutta coscienza, scaricare il peso delle nostre scelte sulle spalle delle generazioni che ci succederanno per migliaia di anni? Ci si può assumere solo la responsabilità di eventi le cui conseguenze possano esserci rimproverate nell’arco di una vita; in caso contrario chi pagherà per gli eventuali, probabili, errori? 

Quando si affronta l’incommensurabile tragedia avvenuta in Bielorussia l’unico mezzo che abbiamo a disposizione per tentare di comprendere un evento che sfugge ai nostri limitati mezzi cognitivi è quello di fare riferimento al mito e alla tragedia greca, dove le piccole vicende umane si intrecciavano a quelle insondabili di dei capricciosi e il più delle volte ostili e spietati. 


MERCOLEDI' 2 Dicembre 2015
Moncalieri -
Limone Fonderie Teatrali
Ore 21.00 spettacolo
"Preghiera per Chernobyl"
di Svetlana Aleksievic
Premio Nobel 2015 per la Letteratura

Compagnia Liberipensatori "Paul Valery"
Regia di Oliviero Corbetta
Un evento straordinario proposto in quest'unica data
scarica il programma --> http://goo.gl/WnZl9Z
INGRESSO LIBERO


SVETLANA ALEKSIEVIC 
Giornalista e scrittrice bielorussa, nota soprattutto per essere stata cronista, per i connazionali, dei principali eventi dell'Unione Sovietica della seconda metà del XX secolo. Con le sue opere tradotte in va- rie lingue, si è fatta conoscere in tutto il mondo. L’8 Ottobre 2015 è stata insignita del Premio Nobel per la Letteratura. Nel suo libro Preghiera per Chernobyl (sulle vittime della tragedia nucleare) ha raccolto le testimonianze di chi ha vissuto Chernobyl in prima persona, ustionandosi per sempre l’esistenza. A parlare sono gli umili abitanti della zona, i vecchi, i bambini, le mogli dei pompieri che furono spediti sul tetto del reattore per rimuovere le macerie contaminate. In memoria delle loro vite deformate a noi non resta altro che proporre al pubblico quelle voci, quella ras- segnata impotenza, quella fede disillusa nel potere di una scienza che doveva avvicinarci all’atto creativo di un dio e ci ha restituiti alla nostra spaventosa inanità.

OLIVIERO CORBETTA 
È stato 8 anni col Teatro Stabile di Torino, due stagioni con Mario Scaccia, una col Teatro Stabi- le di Trieste. Ha partecipato a un’edizione del festival di Spo- leto. Per Radio Rai ha partecipato a innumerevoli sceneggiati, letture, programmi di varietà e scritto i testi di alcune tra- smissioni. Come regista ha firmato molti allestimenti con di- verse realtà tra cui il Gruppo della Rocca, il Teatro Giacosa di Ivrea, il Teatro Oscar di Milano, la produzione di Giancarlo Zanetti di Roma. Per l’Associazione Culturale Liberipensatori “Paul Valery” - da lui fondata nel 2002 e che dal 2007 al 2013 è stata la Residenza Multidisciplinare di Ivrea e del Ca- navese - ha firmato molti allestimenti, tra cui “La mia vita con Mozart” con Giancarlo Dettori, “Trattieni il fiato fino a domani alle quattro” con Graziano Piazza e Bruna Rossi e “Stabat mater” di Tiziano Scarpa con Giuliana Lojodice, attrice che ha diretto anche in “Vapore” di Marco Lodoli. Ha partecipato a “La città infinita” di Gilberto Squizzato, fiction andata in onda su RAI 3 nel 2002, “La Memoria e il Perdono”, regia di Giorgio Capitani (RAI 1), “Mozart è un assassino”, regia di Sergio Martino (RAI 2), “Il silenzio dell’Allodola” di David Ballerini, “Benedetti dal Signore”, “Il furto della Gioconda”, “Suor Jo” (RAI 3) e la docu-fiction trasmessa da Matrix sul delitto di Erba. Ha ideato l’inaugurazione del Trento Film Festival.  Ha lavorato per “Teatro e Scienza” in varie edizioni dell’omo-nima rassegna, sia come attore sia come regista.

Le Fonderie Limone furono fondate nel 1924 da Giuseppe Limone a Moncalieri, nel Borgo Mercato sul confine con Nichelino, e ne- gli anni d'oro la ditta contò fino a 500 dipendenti. Negli anni '60 si manifesta la crisi e per le Fonderie Limone cominciò un lungo abbandono. Con i suoi capannoni, le ciminiere, le case-dormito- rio, la “ex fonderia” aveva condizionato l'assetto urbanistico di Moncalieri: l'enorme complesso produttivo si ridusse a fantasma di se stesso e, al principio degli anni ‘80, passò in proprietà al Comune. Nel 1997 nasce l'idea di farne una fabbrica d'arte. Partner principali dell'operazione sono il Comune di Moncalieri e il Teatro Stabile di Torino che hanno avviato un ambizioso pro- getto di riqualificazione culturale, artistica e sociale. Si è così svi- luppato un centro di produzione artistica che ha dato un forte im- pulso alla vita culturale di Torino, Moncalieri e del circondario.

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