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LIBRI... ADDIO? NON PROPRIO: L'EBOOK NON HA MAI SOSTITUITO IL CARTACEO

"Non fate il funerale ai libri" affermava alcuni anni fa Umberto Eco. "L'iPad, il Kindle e le altre tavolette sono strumenti eccellenti, ma non sperate di liberarvi dei volumi di carta. Anzi, ne vedremo sempre di più, in tutto il mondo".




Agli italiani, ci svela il Censis, piace toccare i libri. Conservarli. Tramandarli. Ben l'82% dei nostri concittadini è preoccupato di quale sarà il futuro dei libri,  della propria biblioteca, tanto che vorrebbero che i libri sopravvivessero a loro stessi, in mano a persone care.

C.P. - Ne è passata di acqua sotto i ponti (7 anni) dall'articolo su Gravità Zero che suscitò tanto clamore "LIBRI... ADDIO!"

I commenti, nei giorni successivi, si fecero particolarmente accesi, tanto che da quel giorno, per colpa di qualcuno, dovemmo moderarli. 

Avevi anticipato, Massimo, di un anno circa quello che Umberto Eco avrebbe scritto su "Non sperate di liberarvi dei libri" e poi l'anno successivo in una bustina di Minerva, in "Non fate il funerale ai libri".

Non lo avessi mai detto! Un gruppetto di "techno-chic" fanaticamente legati alla moda degli e-reader, si scagliò con veemenza contro di te e utilizzando la fallacia ad hominem (attaccare la persona e non l'argomentazione) tanto che ricordo che quando moderammo gli articoli ci accusarono di "censurarli", annunciandoci, oltre che la morte del libro di carta, anche quello del nostro neonato blog scientifico. La cosa buffa è che alcuni di loro si atteggiano a guru e campano spiegando agli altri come funziona il mondo digitale, e lo fanno pubblicando ancora e sempre su libri di carta stampata. Non vedo tanti loro ebook in giro!

Inoltre le statistiche sono chiare: per diversi motivi che non sto ad elencare nuovamente, i “nativi digitali” preferiscono leggere e studiare sui libri di carta.
Beh, ci spiace per loro, ma si sbagliarono: non solo il libro di carta e la nostra testata non ci hanno abbandonati, ma entrambi sono cresciuti in pervasività. Cosa è cambiato, dunque, rispetto al tuo articolo di allora a oltre 7 anni di distanza? 


M.A. - Intanto sono felice ed onorato di aver espresso prima di Umberto Eco che stimo ed apprezzo enormemente, la convinzione che i libri cartacei sono e saranno duri a morire, anzi azzardo anche l'ipotesi che probabilmente si innoveranno tecnologicamente, costeranno di meno, saranno sempre più leggeri per facilitarne il trasporto, si accompagneranno sempre più frequentemente a estensioni o copie digitali, ma rimarranno qui con noi a farci compagnia con la loro estetica grafica, con il loro odore di cultura, con la loro insostituibile materialità.


Umberto Eco
Umberto Eco - caranto / Shutterstock.com

Occorre tener presente che tutto ciò che è digitale è destinato a spegnersi per mancanza di energia, a essere cancellato, a subire attacchi digitali nonostante la grande novità introdotta dal Cloud, che in questi anni si è sempre più diffuso offrendo un valido ricovero per i nostri file. Un buon libro però resta sempre lì anche se spiegazzato o usurato, può essere parte della nostra vita, può al di là del suo contenuto culturale o narrativo aver accompagnato momenti importanti della nostra vita, essere quindi parte di noi, testimone e mezzo della nostra formazione e crescita.





Prendiamo "Se questo è un uomo" di Primo Levi, ho letto tutti i libri dell'amico Primo Levi, che ho conosciuto quando ero ancora giovanissimo. Quel libro ha però segnato profondamente la mia emotività oltre che un periodo importante della mia vita. Bene, quel libro, come moltissimi altri è parte di me, e se perdessi quella copia, un'altra copia dello stesso libro non sarebbe la stessa cosa. Come molti oggetti materiali, i libri acquistano una loro individualità, come se assorbissero qualcosa di noi, qualcosa che li rende insostituibili. Una copia digitale non potrebbe mai essere tutto ciò, non sarebbe nulla di più di una storia.

Ricordo bene la polemica che ha scatenato quel mio articolo di sette anni fa, peraltro scritto veramente di getto e con il cuore. Credo comunque che molte persone non comprendano che progredire non significa cancellare il vecchio in favore del nuovo, ma modificare e migliorare ciò che già esiste. Con questo non voglio dire che l'editoria digitale non abbia futuro, anzi, io stesso la uso e me ne servo per lavoro e svago, ma io amo i libri, anche i libri antichi intrisi di storia e cultura, e non solo di quella scritta.

Libri contro ebook?
Ebook VS Libri? - Shutterstock

Parlando anche della mia esperienza di docente, già da qualche anno le aule di scuole e università sono state dotate di moderne lavagne multimediali accompagnate da un computer. Bene, la maggior parte dei docenti le usano come semplici lavagne, ben al di sotto delle loro potenzialità. Qualche anno fa per concorso a titoli sono stato inserito tra i formatori della provincia di Torino per l'uso delle LIM, ma ad oggi non ho mai ricevuto alcuna richiesta ufficiale da parte di enti o scuole per corsi di formazione. Inoltre c'è da dire che questa tecnologia non è a buon prezzo, oltre all'hardware occorre considerare le parti soggette ad usura.




Una scatola di gessi costa pochi euro, invece una lampada da video proiezione che ha una durata media di un anno costa più di 250 euro, e come se non bastasse se si cablano più lavagne ad una rete wifi, occorre per il loro corretto funzionamento una velocità di download e di upload che nessuna compagnia telefonica è in grado di offrire a prezzi abbordabili per enti ministeriali che di soldi ne hanno sempre meno, così i costi sono levitati e i mezzi in dotazione invecchiano senza fornire rilevanti miglioramenti alla didattica. 

Dal punto di vista professionale, mi sono abituato a vivere in simbiosi con il computer e non nego che sempre meno uso carta e matita, vivo però con il terrore di perdere un file, un appunto digitale, e se gli scaffali del mio studio sono pieni di quaderni, le date degli appunti classificati arrivano fino al 2002, poi solo digitale. In questi anni però, nonostante abbia attivato numerose procedure di sicurezza informatica, ho purtroppo perso centinaia di files. 




Gli studenti arrivano alle lezioni con tablet, computer, supertelefoni e altrettanti caricabatterie che però nelle aule non sanno dove collegare, come se non bastasse tutti hanno bisogno di un collegamento di rete, ovviamente a carico delle famiglie, tutto questo considerando i costi di acquisto dell'hardware e i costi di manutenzione ha un prezzo ben superiore a quello di un libro cartaceo, e poi dal punto di vista della resa, è un po' come pretendere di usare un impianto stereo Hi Tech da 1000 W collegato alla dinamo di una bicicletta.

Quindi, il vecchio libro cartaceo ci accompagnerà ancora per lungo tempo, magari si affiancherà alle nuove tecnologie ma non verrà certo soppiantato. Saranno invece le testate come "Gravità Zero" a beneficiare delle nuove tecnologie, perché è con loro che il fenomeno blog ha avuto inizio ed è con loro che sempre di più si diffonderà, credo anche e soprattutto per l'onestà intellettuale dei nostri autori.


C.P.  - Quel che dici è vero nella misura in cui si può parlare di effimero delle copie digitali e di durevole dell'analogico. Me è vero anche il contrario. Mi spiego. Proabilmente senza il lavoro dei monaci amanuensi e delle copie fisiche dei libri opere come quelle di Omero, Aristotele, Platone sarebbero andate perdute. Le copie infatti erano limitate, non c'era ancora la grande tiratura di Gutemberg. 

Paradossalmente è anche quello che succede oggi per opere considerate di nicchia. Si tratta di opere uniche, rare, fuori commercio: che non godono dei privilegi delle opere più gettonate: ad esempio rischiamo di preservare "50 sfumature di grigio" ma di perdere alcune opere di grande valore ma meno popolari di Louis Lagrange o Giovanni Plana.

Oggi sono stati sostituiti dal cloud. Per questo sono nati progetti come Europeana: un grande progetto europeo per salvaguardare opere (spesso uniche) presenti negli archivi delle biblioteche. Uno strumento che oltre a rendere più semplice l'accesso a opere uniche e lontane da noi, è un modo per salvaguardarne la sicurezza: basterebbe un'incendio come quello accaduto recentemente all'Accademia delle Scienze di Mosca, per perdere per sempre secoli di cultura.

cloud
Il cloud: la salvezza del digitale? - Shutterstock


D'altro canto, paradossalmente se duemila anni fa autori come Ovidio o Catullo avessero affidato il loro estro letterario a copie digitali, oggi le avremmo perdute per sempre. È l'allarme che ha lanciato Vint Cerf, uno dei padri di Internet. "Dietro di noi un deserto digitale, un altro Medioevo. Se tenete a una foto, stampatela".
È un concetto chiaro: il digitale è effimero. Basta danneggiare un hard disk per perdere anni di lavoro per sempre. 

Digitale e analogico:  lavorare insieme per preservare il passato, sei d'accordo? 


M.A. - Condivido pienamente, in effetti accade una cosa simile anche per la conservazione dei film. Si pensava che con il digitale il problema della conservazione dei film fosse risolto, invece no, la digitalizzazione permette un miglior restauro dell'opera, poi però per la conservazione nel tempo è meglio la pellicola, quindi il film digitale deve essere nuovamente trasferito su celluloide; come dire che per conservare un libro è meglio farlo in cartaceo. 

Mi viene in mente una cosa: ricordi quando studiavamo a scuola e all'università con due o tre libri aperti in simultanea sulla scrivania, con tutti i segnalibro sulle pagine importanti? Bene: per quanto io provi a fare la stessa cosa col digitale usando più e-book aperti sul monitor del computer, magari anche aiutandomi con un paio tablet, non è comunque la stessa cosa, non è ugualmente pratico. Sì, con il web ho una infinità di informazioni a disposizione che con il cartaceo non potrei avere, ma la consultazione in simultanea è ancora meno pratica di quanto lo è con i libri cartacei. 

Voglio che sia chiaro che dal punto di vista della rapidità di trasmissione dell'informazione non c'è nulla di meglio del digitale, sono certo che mese dopo mese, anno dopo anno, il modo con cui ora usiamo il digitale diverrà sempre più simile a quello con cui usiamo il cartaceo. Se ci fai caso, già adesso i tablet assomigliano sempre di più ad un block notes e il modo di sfogliare un e-book a quello con cui si sfoglia un libro. Come vedi, invece di abbandonare il libro come oggetto, si cerca di imitarlo.


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