L’incontro scientifico bilaterale italo-giapponese è stato dedicato all’uso di particelle elementari – muoni e neutrini - per studi sulla Terra, con l’obiettivo di promuovere la ricerca e l'innovazione tecnologica in questo campo.
Tra le nuove tecniche, una particolarmente importante consente di visualizzare condotti magmatici o altre strutture interne nella parte emergente di vulcani mediante muoni (una sorta di radiografia fatta non mediante raggi X ma sfruttando queste particelle, capaci di penetrare attraverso notevoli spessori di roccia).
Visualizzazioni di questo tipo sono rilevanti come strumento di tipo diagnostico per la comprensione delle dinamiche magmatiche. I muoni piovono comunque incessantemente sulla Terra, essendo generati nell’impatto di particelle cosmiche con l’atmosfera. Questo strumento di indagine, introdotto da scienziati giapponesi, è stato sviluppato in Italia e in Giappone. I due Paesi presentano fenomeni geologici simili, compresi terremoti ed eruzioni vulcaniche, e sono all’avanguardia negli studi teorici e sperimentali in tali discipline.
Tra le nuove tecniche, una particolarmente importante consente di visualizzare condotti magmatici o altre strutture interne nella parte emergente di vulcani mediante muoni (una sorta di radiografia fatta non mediante raggi X ma sfruttando queste particelle, capaci di penetrare attraverso notevoli spessori di roccia).
Visualizzazioni di questo tipo sono rilevanti come strumento di tipo diagnostico per la comprensione delle dinamiche magmatiche. I muoni piovono comunque incessantemente sulla Terra, essendo generati nell’impatto di particelle cosmiche con l’atmosfera. Questo strumento di indagine, introdotto da scienziati giapponesi, è stato sviluppato in Italia e in Giappone. I due Paesi presentano fenomeni geologici simili, compresi terremoti ed eruzioni vulcaniche, e sono all’avanguardia negli studi teorici e sperimentali in tali discipline.
Le lettere di intenti tra INFN, INGV ed ERI sono state firmate alla presenza dell’Ambasciatore d’Italia in Giappone, Domenico Giorgi e dell’Ambasciatore per la cooperazione scientifica e tecnologica del Ministero degli Affari Esteri, Makoto Katsura. Per l’Italia, hanno partecipato Paolo Strolin, delegato e iniziatore di queste ricerche in Italia per l’INFN, e per l’INGV Giovanni Macedonio, coordinatore del progetto MIUR Muraves che prevede l’applicazione al Vesuvio dei metodi basati sullo studio dei muoni, e Paolo Papale, Direttore della Struttura Vulcani; mentre per il lato giapponese, Takahiro Koyaguchi, direttore generale del Earthquake Research Institute dell'Università di Tokyo, e Hiroaki Aihara,vicepresidente dell’Università di Tokyo. Le lettere d’intento, firmate oggi, sono il preludio della sottoscrizione di un accordo per una collaborazione tra le tre istituzioni, attraverso lo scambio di ricercatori e studenti, lo sviluppo di ricerche di comune interesse e la circolazione dei risultati delle conoscenze e informazioni accademiche.
L’Ambasciatore Domenico Giorgi esprime grande apprezzamento per l’impegno che INFN, INGV ed ERI hanno devoluto all’organizzazione del workshop e alla sottoscrizione dei documenti: “La lettera di intenti firmata dalle tre prestigiose Istituzioni nell’occasione pone le basi per l’ulteriore rafforzamento delle attività di ricerca congiunte nello studio dei fenomeni sismici e delle eruzioni vulcaniche, – sottolinea Giorgi – e il progetto di collaborazione alla base di queste iniziative – parte del Programma Esecutivo dell’Accordo Bilaterale per la Cooperazione Scientifica e Tecnologica – è di grande interesse per entrambi i Paesi, che possono trarre reciproco vantaggio dalla collaborazione scientifica in settori in cui sia l’Italia sia il Giappone sono all’avanguardia”.
“L’evento ha un profondo significato sotto un triplice aspetto – sottolinea Paolo Strolin – per prima cosa, infatti, estende a un campo di ricerca innovativo la fruttuosa e consolidata collaborazione tra scienziati italiani e giapponesi, da cui trae vantaggio anche la formazione di giovani ricercatori di entrambi i paesi”. “Sancisce poi un’alleanza tra le scienze della terra e la fisica delle particelle elementari per lo studio di fenomeni, il vulcanismo e i terremoti, che interessano tutta la popolazione e, in modo particolare, quella dei due Paesi. E infine, si ritrova in questa alleanza lo spirito di “unità della scienza”, che è alla base della nostra vigorosa cultura e che tende a perdersi con l’inevitabile divaricarsi delle necessarie specializzazioni”, conclude Strolin.
“Italia e Giappone hanno una lunga e consolidata tradizione di ricerche d’avanguardia nel campo del vulcanismo”, aggiunge Paolo Papale, “e questo accordo ne è una ulteriore conferma; per progredire nella scienza è necessario spingersi oltre, esplorare nuove tecniche, trarre pieno vantaggio dai progressi in altre discipline e saperne cogliere i possibili risvolti in campi apparentemente distanti tra loro come lo studio delle particelle cosmiche e dei vulcani”. “Ci auguriamo anche”, continua, “che i giovani ricercatori possano trarre vantaggio da un ambiente di ricerca fertile e vitale, che persegue con coraggio nuove strade e sia in grado di stimolare le menti più brillanti”.
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