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INFERTILITÀ: MEGLIO LA FIVET O LA NAPROTECNOLOGIA?

Nel corso dell'evoluzione dar vita ad una nuova stirpe è stata una delle esigenze primarie del genere umano. 
Geneticamente, però, ha presentato delle modifiche dovute sia a fattori esogeni che endogeni.

Col tempo queste modifiche genetiche non sempre hanno dato luogo ad una riproduzione senza problemi. Infatti, molti individui incontrano tuttora serie difficoltà nella procreazione.

La scienza, con i propri mezzi, ha cercato di arginare il problema cercando di programmare l’evento “gravidanza”, mutando il percorso naturale, provocando un accoppiamento in provetta di uno spermatozoo con un ovulo.

Questa metodica è denominata con l’acronimo FIVET (Fecondazione in Vitro con Embryo Transfer): si tratta di una fecondazione in vitro dell’ovulo femminile con successivo trasferimento dell’embrione formatosi nell’utero della donna. Questa tecnica è stata sviluppata in Inghilterra da Patrick Steptoe e Robert Edwards (quest’ultimo ha ricevuto il Premio Nobel per la Medicina nel 2010).

Eticamente ha destato scalpore nel mondo, tuttora oggetto di ricerche. In Italia è regolamentata dalla legge 40/2004. Biologicamente, la FIVET stimola il processo ovarico e presenta una probabilità di indurre gravidanza in circa il 28% dei cicli ovulatori femminili e soltanto i tre quarti delle pazienti, sottoposte al trattamento, arrivano al parto. Maggiormente utilizzata per ovviare al problema dell’infertilità maschile ricorrendo all’inseminazione artificiale con sperma di un donatore. Gli embrioni prodotti possono essere congelati e, una volta soddisfatto le richieste della coppia genitrice, possono essere donati ad un’altra coppia sterile.

Come tutte le procedure mediche presenta dei rischi:

- emorragie e infezioni
- vertigini, nausea, vomito, dolori addominali dovuti alla somministrazione di ormoni alla donna
sindrome di iperstimolazione dovuta all’aumento graduale di somministrazione ormonale per la stimolazione ovarica
- menopausa precoce
- effetti collaterali generici per gli ormoni utilizzati e somministrati

È consigliabile effettuare l’impianto per un massimo di tre embrioni per garantire il giusto equilibrio tra la probabilità di gravidanza e il rischio di gravidanza multipla patologiche per madre e prole risultante.

È recente l’articolo pubblicato da Repubblica nel quale si racconta la vicenda che vede protagonisti due genitori di Cremona che ricorrono al BioTexCom in Ucraina per avere una madre/utero in affitto. Ovviamente, queste pratiche in Italia sono vietate e per questo milioni di coppie emigrano all’estero per cercare di avere un bambino… ad ogni costo. Risultato della vicenda è un groviglio giudiziario tra l’Ucraina e l’Italia con protagonisti un seme viaggiante e una madre selezionata.

È inutile sottolineare come la cultura cattolica sia contro queste metodiche e abbia indicato un’alternativa, elaborata per le coppie sterili che decidono di non tradire il proprio credo: ma esiste, dunque, un’alternativa alla Fivet? Parliamo di Naprotecnologia. Naprotecnologia è l’acronimo di Natural Procreative Technology, ovvero, la cura della fertilità di tipo farmacologico e chirurgico con un’efficacia del 50% contro il 35% della Fivet.



Cos’è di preciso la Naprotecnologia?

È un approccio terapeutico mini invasivo alla sterilità. Le coppie vengono seguite da equipe di medici che hanno il compito di scoprire i motivi dell’infertilità e di proporre un’adeguata terapia. Il quotidiano Avvenire ha riportato un’intervista ad una donna che ha scelto il percorso chirurgico, la quale ha spiegato: «molte donne immaginano che il percorso chirurgico sia molto duro da sopportare, e invece secondo me un’inseminazione artificiale è anche peggio».

L’intervento chirurgico mini-invasivo ha portato ad una degenza di un paio di giorni e la gravidanza è arrivata dopo qualche settimana. L’infertilità è curata gratuitamente. Deduciamo che le alternativa alla Fivet esistono, ma perché i Ginecologi preferiscono trasportare il paziente in un processo biologico da laboratorio? Sarà vero che la Naprotecnologia offre più vantaggi e una maggiore riuscita? Attendiamo ulteriori studi in merito.


Valentino Berruti

Laurea Triennale all’università Federico Secondo di Napoli in Controllo di Qualità.
È iscritto al corso di Laurea Specialistica in Biotecnologie del farmaco.

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