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CNR E UNIVERSITÀ LOMBARDE, QUATTRO PROPOSTE PER RILANCIARE LA RICERCA

L’Ente guidato da Massimo Inguscio e le università lombarde: “fare rete per una ricerca competitiva innovativa e sburocratizzata”.



Mobilità dei ricercatori, reciproco riconoscimento delle carriere, maggiore autonomia dai vincoli della Pubblica amministrazione e utilizzo di infrastrutture scientifiche e tecnologiche comuni. È questa la ricetta utile a riaffermare il ruolo strategico della ricerca nel nostro Paese, rilanciata nel corso della Giornata della Ricerca, tenutasi questa mattina all’Università di Milano–Bicocca, alla quale hanno partecipato Massimo Inguscio, Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, i rettori Cristina Messa, della Bicocca, Gianluca Vago, della Statale, Fabio Rugge, dell’Università di Pavia, Sergio Pecorelli, dell’Università di Brescia e Marco Enrico Ricotti, delegato alla Ricerca del Politecnico di Milano.


L’incontro si è concluso con gli interventi del presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni e il ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, Stefania Giannini.




Diverse le indicazioni emerse dal confronto per rendere la ricerca più efficace e competitiva. La necessità di una semplificazione della mobilità dei ricercatori, intesa come possibilità di muoversi in Italia e all’estero ma anche tra atenei e enti di ricerca, con il rispettivo riconoscimento delle carriere. Questo perché i punti in comune tra ricercatori universitari e degli enti sono molti, a partire dalla missione che è la stessa per tutti: fare ricerca, senza distinzioni tra quella di base e quella applicata, guardando sempre più all’innovazione e alle attività capaci di generare reddito. La condivisione delle infrastrutture di ricerca (laboratori e attrezzature) e, soprattutto, la collaborazione sui progetti di punta già attivi, creando sinergie e non sovrapposizioni o, peggio, progetti paralleli sulle stesse aree che non dialogano.




«Università ed Enti di ricerca – ha detto il rettore Cristina Messa – devono unire le forze e lavorare in sinergia attraverso un sistema integrato e agile che può essere organizzato per diversi campi di analisi, per infrastrutture e mobilità di ricercatori. Occorre uno snellimento burocratico che garantisca la restituzione massima dell’investimento. Il dialogo tra CNR e Università è, infatti, fondamentale per una crescita del ruolo della ricerca per il nostro Paese; questa collaborazione, già solida, punta a rafforzarsi sempre più nel futuro».

«Per la ricerca – ha affermato il presidente Massimo Inguscio - è arrivato, dopo un lungo “inverno” a livello politico, un momento da cogliere e sfruttare: tra i primi segnali di quest’inversione di tendenza, fondamentale è l’assegnazione a enti e atenei - decisa dal Ministro Giannini - di un numero di posti per giovani brillanti che finalmente avranno concrete opportunità, con meccanismi di selezione basati sui migliori standard internazionali. I posti sono quindi quantitativamente limitati (con l’auspicio di una progressione futura) ma qualitativamente importanti. Altri elementi del Piano nazionale della ricerca, poi, consentiranno di rafforzare la capacità attrattiva verso i giovani del sistema ricerca. Attrarre i giovani e consentire loro una formazione e un’attività di ricerca libere significa garantire, data l’assenza di stratificazioni culturali che li caratterizza, quell’interdisciplinarità che, ad esempio, all'università Bicocca ha consentito lo sviluppo di nuove scuole come quella di scienza dei materiali, tematica in cui il CNR è leader. I giovani, inoltre, possiedono spontaneamente quella voglia di curiosa mobilità che fa ricca la cultura».




«La Lombardia – ha detto il presidente Roberto Maroni – è la capitale italiana dell'innovazione, con 7 miliardi di euro investiti dalle imprese ogni anno e 4,5 miliardi di spesa pubblica e privata in Ricerca e Sviluppo. Per il Financial Times è la regione più attrattiva in Europa e, con le università e Cnr, la Regione ha stretto un’alleanza per lavorare insieme. La Lombardia coordina anche la partecipazione italiana alla Macroregione Alpina europea, che investe in ricerca il 2,7% del proprio Pil».

«Questo governo – ha dichiarato il ministro Stefania Giannini – ha rimesso al centro dell'agenda e degli investimenti le politiche per la conoscenza. Con il Programma Nazionale per la Ricerca investiremo 2,5 miliardi di euro per rilanciare la nostra strategia in
questo settore. L'ambizione e l'obiettivo sono comuni: fare della ricerca una leva di crescita economica e di leadership scientifica e culturale del nostro Paese nel mondo».

A margine dell’evento il ministro Giannini ha incontrato un gruppo di studenti dell’Università di Milano-Bicocca. Nel corso dell’incontro il ministro ha risposto a domande sul futuro dell’università e sul ruolo della ricerca scientifica.

Nel pomeriggio di oggi, invece, Inguscio incontrerà studenti, dottorandi e assegnisti di ricerca per un confronto su “Fare ricerca oggi nelle scienze naturali”. L’incontro si può seguire in streaming sul sito streaming.unimib.it e si possono inviare domande anche via Twitter sul canale @unimib, con l’hashtag #ricercafutura.

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