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ROBERTO BURIONI: LA CONGIURA DEI SOMARI. PERCHÉ LA SCIENZA NON PUÒ ESSERE DEMOCRATICA


Roberto Burioni è un immunologo e virologo di fama internazionale,  lavora al San Raffaele.

Negli ultimi tempi è diventato famosissimo per i suoi interventi sui social, in particolare su Facebook, dove nel giro di pochi mesi è diventato un vero “caso” con i suoi oltre  300.000 follower, persone cioè che seguono la sua pagina, oltre con apparizioni in tv e radio. 

Dopo il best seller il vaccino non è un'opinione tanto popolare,  anche tra i novax/freevax (che come abbiamo scritto sono nati 188 anni fa)  hanno pensato bene (e inutilmente) di boicottarlo con pratiche illecite.

Ne parlammo nell'articolo  "L’effetto Streisand degli antivaccinisti: non esiste cattiva pubblicità"

Chi è il Somaro? È un essere umano tanto babbeo da ritenersi tanto intelligente da riuscire a sapere e capire le cose senza averle studiate. 

Di Somari, Roberto Burioni ne ha incontrati parecchi: sono quelli che, pur non avendo la minima nozione di medicina o di biologia, pur non sapendo cos’è un virus e come funziona un vaccino, pretendono di convincerci che “dieci vaccini sono troppi”, “le malattie guariscono da sole o grazie ai rimedi naturali”, “le vaccinazioni obbligatorie servono solo ad arricchire le industrie farmaceutiche e quelli che sono sul loro libro paga”. Il fatto è che la scienza non è democratica: come ha detto Piero Angela, la velocità della luce non si decide per alzata di mano. 

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Nella scienza - spiega il professore - possono dire la loro solo quelli che per anni hanno sudato sui libri, hanno sottoposto le proprie ipotesi a una rigorosa procedura di esperimenti e controlli, possiedono un metodo che consente di distinguere la verità dalla bugia.Certo, la scienza è imperfetta, fatta da uomini ancora più imperfetti, le verità che ci offre sono sempre parziali e mai troppo sicure. Però vale la pena fidarsi, perché l’alternativa è costituita dal buio, dall’oscurantismo e, quando si scherza con la salute propria e altrui, dalla morte. La scienza sarà anche poca cosa, ma – come dimostra questo libro con abbondanza di dati, numeri, tabelle, storie vere di trionfi e fallimenti – è tutto quello su cui possiamo contare: non ci conviene buttarla via.


Intanto mentre vi parliamo, il libro è terzo in classifica, ed è probabile che a breve diventi un caso nazionale. 

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