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MALFORMAZIONI CAVERNOSE CEREBRALI: IMPORTANTE SCOPERTA SCIENTIFICA DA RICERCATORI ITALIANI

Nuove speranze per una patologia che è balzata agli onori della cronaca dopo avere colpito i calciatori Leandro Castan (Roma) e  Federico Cedrone (Mantova).

Credit foto: CCM ITALIA
Un team di ricercatori del Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche dell’Università di Torino, coordinato dal prof. Francesco Retta, ha realizzato un’importante scoperta scientifica che offre nuove prospettive terapeutiche per il trattamento della malattia cerebrovascolare denominata Malformazione Cavernosa Cerebrale, detta anche Angioma Cavernoso o Cavernoma.

Gli organi di informazione hanno parlato recentemente di questa malattia perché ha colpito il calciatore della Roma Leandro Castan e lo scorso anno ha interessato un altro calciatore, Federico Cerone, che dopo pochi mesi è ritornato a giocare nella squadra del Mantova, pur avendo dovuto subire un intervento chirurgico al cervello effettuato dal prof. Marco Fontanella, direttore della Clinica Neurochirurgica dell’Università di Brescia, che si è formato presso l’Università di Torino e per diversi anni ha prestato servizio presso la Neurochirurgia Universitaria dell’Ospedale Molinette, per l’asportazione di un cavernoma.

Credit foto: CCM ITALIA
Le Malformazioni Cavernose Cerebrali (CCM) sono anomalie dei capillari sanguigni del sistema nervoso centrale che possono manifestarsi clinicamente in tutte le fasi della vita sia in forma sporadica (senza che siano coinvolti altri membri della famiglia) sia in forma familiare (con ereditarietà di tipo autosomico dominante a penetranza incompleta) e mettono chi ne è affetto a rischio di gravi sintomi e segni clinici, quali mal di testa ricorrenti, epilessia, deficit neurologici ed emorragie cerebrali potenzialmente letali.

Nel lavoro di ricerca, che sarà pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Circulation (Impact Factor: 14.948; journal rank nella categoria Peripheral Vascular Disease: 1°), si dimostra che due composti già utilizzati per il trattamento di altre malattie umane, la vitamina D e l’idrossi-tetrametilpiperidina-ossile (TEMPOL - un composto con proprietà antiossidanti), sono risultati efficaci nel prevenire la formazione di cavernomi nei modelli animali della malattia CCM, suggerendo nuovi approcci terapeutici per il trattamento della malattia nell’uomo che potrebbero essere disponibili in tempi rapidi e a basso costo.

La scoperta deriva da una cooperazione tra il network nazionale di ricerca multisciplinare CCM Italia, (www.ccmitalia.unito.it), nato presso l’Università di Torino nel giugno 2011, e un gruppo di ricerca dell’Università dello Utah negli Stati Uniti.

Oltre al prof. Francesco Retta, i ricercatori italiani che hanno contribuito al lavoro sono stati il dott. Luca Goitre (Università di Torino) e la dott.ssa Simona Delle Monache, afferente all’unità del network CCM Italia operante presso l’Università dell’Aquila.

1 commento

Unknown ha detto...

Meno male che l'Italia è anche questo. Grazie a voi per l'impegno e la positività che ci date.