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VIOLENZA DI GENERE E SALUTE DELLE DONNE: RICERCA, CLINICA, FORMAZIONE

Qual è il ruolo dell’Università nell’impegno contro la violenza sulle donne? Se ne parlerà in un seminario di studi aperto al pubblico giovedì 30 ottobre 2014, dalle 14.30 presso l’Aula Rita Levi-Montalcini del Polo di Anatomia Patologica, Ospedale di Cattinara, Trieste.

Locandina [PDF] - programma [PDF]

La violenza sulle donne avviene di frequente tra le mura domestiche - Shutterstock 

I dati della ricerca europea Violence against women: an EU-wide survey” (2014), ci dicono che in Italia, il 19% delle donne ha subito nel corso della vita violenze fisiche o sessuali da un partner o da un ex-partner, e il 38% ha subito da lui abusi psicologici gravi; il 9% inoltre ha subito comportamenti di persecuzione (stalking), quasi sempre da un ex partner.

Queste violenze comportano delle conseguenze negative sulla salute: le donne vittime presentano più spesso qualsiasi problema di salute fisica o psicologica, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) considera la violenza contro le donne come un “problema di salute enorme” e stima che sia “una causa di morte o di invalidità per le donne in età riproduttiva altrettanto grave del cancro”.

Qual è il ruolo dell’Università nell’impegno contro la violenza sulle donne?

Se la prevenzione primaria della violenza comporta un cambiamento culturale che riguarda ognuno di noi e tutte le istituzioni sociali e formative, la prevenzione secondaria e terziaria riguarda soprattutto i servizi socio-sanitari, le forze dell’ordine e i tribunali.
L’Università può e deve giocare qui un ruolo centrale, innanzitutto per quanto riguarda la ricerca scientifica: per intervenire efficacemente è necessario conoscere a fondo il fenomeno della violenza, le sue conseguenze, le strategie degli aggressori e quelle, volte alla resistenza, delle vittime.
L’Università ha inoltre un ruolo determinante nella formazione dei futuri operatori. Questo vale in particolare per gli operatori sanitari che, sempre secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sono spesso tra i primi a vedere le vittime di violenza, e la cui autorevolezza è riconosciuta dalla società.

Il Seminario del 30 ottobre, che si pone nello spirito delle manifestazioni per il 25 novembre, “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne”, vuole sottolineare l’impegno dell’Università, in particolare dei Dipartimenti di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute e di Scienze della Vita, nonché dei Servizi sanitari, territoriali e ospedalieri, nell’ambito del contrasto alla violenza sulle donne.

Nella prima sessione del Seminario verrà delineato il quadro generale di riferimento: i dati e le caratteristiche della violenza sulle donne, in Italia e in Europa; la Convenzione di Istanbul (primo strumento internazionale giuridicamente vincolante per proteggere le donne dalla violenza); la versione italiana delle Linee Guida dell’OMS su “Come rispondere alla violenza del partner e alla violenza sessuale contro le donne. Orientamenti e linee-guida cliniche dell’OMS (2014).

Lo scopo della seconda sessione del seminario “Università, servizi sanitari e associazioni: integrare compiti e risorse” è di dimostrare concretamente la necessità di integrazione tra le attività di ricerca, il lavoro dei servizi sanitari e quello dei Centri anti-violenza.

L’impegno dell’Ateneo triestino in proposito è forte: unico in Italia, offre due insegnamenti sul tema della violenza, uno a Medicina, l’altro a Servizio sociale. Numerose/i docenti sono inoltre impegnate in attività di divulgazione di questi temi sul territorio. Con il nuovo Piano di Azioni Positive, inoltre, l’Ateneo si è impegnato a rafforzare le attività didattiche e di ricerca relative al contrasto alla violenza di genere contro le donne.


Contatti:
Prof.ssa Patrizia Romito, romito@units.it
Collaboratore del Rettore per Riequilibrio delle opportunità, necessità didattiche speciali e disabilità
Componente Comitato per le Pari Opportunita'

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