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IL MONDO DI LEONARDO A GRAVITA' ZERO

24 giugno 2014, Milano: il luogo dove è nato il volo umano. Ed è anche il luogo dove è in mostra - fino al 31 ottobre 2015 - il Mondo di Leonardo. La "Macchina Volante di Milano" (foglio 749r del Codice Atlantico) venne disegnata da Leonardo negli ultimi anni di permanenza proprio in questa città (1496 - 1499).

Riproduzione della Macchina Volante di Milano
Egli era probabilmente convinto che la macchina funzionasse, altrimenti non avrebbe speso tante energie a descrivere dettagliatamente materiali da impiegare, dimensioni delle parti componenti e tecnica di pilotaggio. A questo proposito, il pilota - eretto nell'abitacolo di legno - avrebbe usato braccia e gambe per azionare le ali (si veda, nella foto, la ricostruzione).

Forse Leonardo credeva che un uomo - partendo dal Duomo di Milano - avrebbe potuto volare come un uccello.

Nonostante fosse molto avanti rispetto alla sua epoca, non poteva certo sapere che il segreto del volo è nello studio dell'aria e che oggi il volo più semplice può essere realizzato tramite un aliante (che però, per partire, ha comunque bisogno di essere trainato da un aereo).

Il movimento dei soldati - robot
In buona sostanza, nel volo a vela - grazie alla particolare forma e dimensione delle ali - il pilota viene "sostenuto" dall'aria senza bisogno di "sbattere le ali" come un uccello.

In ogni caso Leonardo ha presentato ai suoi contemporanei alcune visioni del futuro.

Un futuro quasi fantascientifico, fatto soprattutto di macchine. Ma anche di strumenti musicali.




Soldato - robot a grandezza naturale
In un ipotetico romanzo di fantascienza dell'epoca l'autore avrebbe potuto mettere in scena un esercito di soldati - robot. Il Centro Studi Leonardo3 ha incrociato informazioni e appunti di Leonardo, giungendo a formulare l'ipotesi di un busto di soldato artificiale che è in grado di battere le mani sul petto se viene azionato un determinato meccanismo (si veda la foto che illustra tale movimento - il riferimento è il foglio 579r del Codice Atlantico).

Sulla base dei disegni vinciani è stato realizzato questo manichino androide (si veda foto), che accoglie i visitatori proprio all'ingresso della mostra. E' fatto di noce e olmo nei punti sotto sforzo e di acero e rovere nelle parti riempitive. E' vestito con una possente armatura e stringe nelle mani due alabarde.

Ricostruzione della bombarda multipla
In ogni romanzo di fantascienza che si rispetti c'è sempre una guerra, che magari deciderà le sorti di un popolo o di un intero pianeta. In questo caso non bastano i soldati - robot, occorre una bombarda multipla (foglio 1ar del Codice Atlantico, databile tra il 1503 e il 1505) ovvero - secondo l'inedita interpretazione proposta in questa mostra - una poderosa imbarcazione armata di 16 cannoni.

Nella foto si vede una ricostruzione in scala 1:15 di questa corazzata, capace di sparare colpi di cannone a ripetizione su uno o più nemici.

In una guerra senza esclusioni di colpi alcuni strumenti potrebbero essere così crudeli da impressionare addirittura il suo creatore / progettista. E' ciò che probabilmente è successo a Leonardo, quando ha disegnato 54 soggetti distinti, dei quali la maggior parte si riferiscono ad un unico progetto: il Sottomarino - sommergibile meccanico.

Il foglio 881v del Codice Atlantico
Si tratta di un dispositivo che si attacca sotto una normale imbarcazione, in modo che passi inosservato. All'interno del mezzo un palombaro pedala con piedi e mani per azionare pinne meccaniche posteriori e frontali. Il sottomarino sarebbe in grado (se venisse costruito) di sfondare le imbarcazioni con un'arma segreta, talmente diabolica che lo stesso Leonardo evita di descriverla, per paura che il progetto venga copiato.

Il sottomarino è equipaggiato con molti accessori da sabotaggio navale, come corde e lance. Il lavoro del Centro Studi Leonardo3 deve essere stato imponente: non sembra semplice ricavare il sottomarino dal foglio 881v del Codice Atlantico, né effettuare una ricostruzione in scala 1:4.

C'è infine un'altra prodezza di Leonardo: il ponte autoportante, anch'esso possibile macchina da guerra, basato su un'idea semplice ed intuitiva, ma di realizzazione pratica tutt'altro che facile.
Ricostruzione del ponte autoportante

Leonardo aveva intuito che la resistenza di un ponte dipende dalla distribuzione delle forze di carico lungo la struttura. Tali forze dovevano scaricarsi sugli argini, grazie ai quali si generava la necessaria controspinta di sostegno.

Quindi, maggiore è la forza esercitata dal peso sulla struttura, maggiore diventa la sua solidità.

A questo punto non posso che augurarvi buon divertimento e buona visita !!!







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