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VIRUS O BATTERI? IL VINCITORE




Nella foto batteri Escherichia Coli
Un premio a chi è riuscito a spiegare nella maniera più divulgativa e sintetica possibile ai nostri lettori e ai giornalisti la  differenza tra un BATTERIO e un VIRUS.  

Il vincitore è  Luciano Crispoldi qui l'articolo di lancio del gioco e i commenti dei lettori.


Il vincitore ha scelto di ricevere il libro "Tempo delle cose, tempo della vita, tempo dell'anima" di Edoardo Boncinelli


Per l'arduo compito della valutazione e selezione delle numerose risposte, che potete leggere nei commenti del gioco pubblicato la scorsa settmana, ci è stata di aiuto la competenza della dr.ssa Silvia Caruso, chimico farmaceutico. 


Silvia Caruso
Virus e batteri, quali sono le differenze? Questa domanda, apparentemente semplice, dimostra come la divulgazione scientifica di un concetto complesso non sia proprio banale.

La troppa semplificazione può portare a inesattezze di fondo e, quindi, a una non corretta comunicazione.

Ma, di contro, usare termini troppo specifici della disciplina rischia di non farsi comprendere dal lettore.
Il "dentista di provincia" merita il premio per l’originalità dell’esposizione divulgativa, ma con un grave errore (segnalato da un lettore e di conseguenza la sua errata corrige) che analizzeremo. La  sintesi, in questo, caso non ha contribuito alla divulgazione. 

Gabriele scrive: “I virus sono un misto tra esseri animati e inanimati”; Luca “un virus non è un vero essere vivente, in quanto per riprodursi ha bisogno di una cellula da infettare”; Federico “I virus sono esseri viventi? E' difficile rispondere a questa domanda poiché la risposta dipende dalla definizione di "vita" che non è univoca”. 

Sembra leggendo i commenti precedenti che la differenza fra batteri e virus sia legata al fatto che uno sia un “vivente” mentre l’altro “no”, come commenta Marco Ferrari!: “I batteri sono vivi, i virus no. 

Per questo i batteri muoiono se si usano gli antibiotici contro di loro, i virus no.” 

Purtroppo questa è una conclusione errata.

Tralasciando il concetto di vita e morte, proviamo a pensare : “ma se è morto come fa a infettare?”, o ancora “e allora se è morto perché ci dobbiamo vaccinare?”, “Ah, adesso ho capito perché gli antibiotici non funzionano sul virus! Perché se è già morto non lo possono uccidere!”. 

In realtà la differenza fra batteri e virus, non è il concetto di "vita" o  di "morte", ma il come si presentano biologicamente e di conseguenza come si comportano poi nell’organismo infettato o ospite. 

Chi osserva un batterio al microscopio vedrà una struttura cellulare definita, che in termini tecnici è definita "cellula procariota", mentre un virus avrà una struttura nettamente diversa, cioè un microscopico involucro con internamente un DNA o RNA. 

Quindi la classificazione sarà: cellula procariota= batterio, DNA/RNA+ capside= virus. 

È come se dovessi descrivere due conoscenti: “Batterio” è ben vestito, organizzato, dinamico, operativo cordiale alle volte socievole e di grande aiuto e alle volte invece arrabbiato e combina guai, “Virus” poco vestito ma con un unico obiettivo nella vita, vivere alle spalle altrui, parassitando tutto e tutti altrimenti non saprebbe come fare per campare! 

Altro punto importante sono le cure: Gli antibiotici sono farmaci inefficaci contro i virus perché nel virus non c’è un target attivo da attaccare.

Mi spiego meglio: come possiamo usare un farmaco che per agire deve inattivare e distruggere una proteina, una membrana, un nucleo vitale, un mitocondrio se questi non ci sono? 
Il bersaglio dell’antibiotico è un altro, ecco perché sono inutili e controindicati in caso di un’infezione virale, sia per gli effetti collaterali che per l’aumento della resistenza dell’antibiotico. 

Ma allora perché a volte si usano gli antibiotici anche in un’infezione virale? Perché il virus attacca le cellule eucariote e procariote, e l’antibiotico agirà su queste cellule danneggiate dal virus: è usare le armi che si ha a disposizione per combattere una guerra senza rimanere inermi di fronte al nemico, sperando che se ne vada prima possibile. 

Infatti, come è arrivato, il virus si può allontanare lasciando i segni del suo passaggio. 
A volte innocui come un raffreddore. Oppure può permanere, con danni all'organismo ospite molto più ingenti.

Basti pensare all’HIV: “ Dal 1982, anno che ha segnato l’inizio dell’epidemia, i casi notificati nel nostro Paese sono stati 53.000 (di cui 34.000 decessi)”-dati Ministero del 2003 [www.salute.gov.it/dettaglio/pdPrimoPiano.jsp?id=198&sub=5&lang=it] ed è  è di questi giorni la conferenza mondiale che si interroga sulle prospettive della terapia e le nuove frontiere dei farmaci [www.aids2012.org/Default.aspx?pageId=535]. 

Il "dentista di provincia" a proposito di terapie afferma che  “Questa è l’infezione virale, che non può essere curata con gli antibiotici, ma che può essere vinta solo dai globuli bianchi: se riescono a mangiarsi tutti i virus si guarisce, altrimenti si muore”. 

In realtà anche questa è un’affermazione poco precisa visto che esistono i farmaci antivirali, molto costosi e di nuova generazione. Le vaccinazioni creano una immunizzazione attiva nei confronti del virus, e, continua il dentista, “Ecco l’importanza delle vaccinazioni: non sono dannose e possono far sparire un tipo di virus dalla faccia della Terra”…

Sul "non sono dannose" non è proprio corretto, perché anche i vaccini hanno effetti collaterali ed è giusto conoscerli. Negli ultimi anni possono essere più sicuri ed esistono  metodi più efficaci di immunizzazione attive questo è un altro conto. 

Tornando ai farmaci antivirali, il problema attuale è la loro scarsa tossicità selettiva, cioè con efficacia selettiva nei confronti del virus e poco tossici per la cellula ospite. Inoltre la maggior parte degli antivirali è utilizzabile per il trattamento di infezioni persistenti, e meno efficaci nella fase acuta, dove il farmaco dovrebbe essere somministrato negli stadi iniziali della malattia, dove la diagnosi precoce diventa fondamentale. Detto questo mi verrebbe anche da chiedere a Max Ferri che cosa intende per “Il batterio è il più piccolo essere vivente completo”

Cosa vorrà dire completo?

Inoltre scrive: “che può a sua insaputa essere dannoso”… cosa significa a sua insaputa?

Il DNA è un codice che sa molto bene cosa fare, anche se non c’è una consapevolezza psicologica ! 



Segnalato da  www.molecularlab.it
Per finire, dovendo dare  un giudizio in base ai criteri di scientificità, divulgazione, brevità e tempistica per me il commento di Luciano Crispoldi è il vincitore: corretta definizione (microorganismi), corretta la definizione della loro attività, non troppo lungo e ironico alla fine. 

In conclusione l’errore più grave è del giornalista di Repubblica, che prima ha usato il termine “batteri”, poi evidentemente  si è accorto dell'errore e ha cambiato in “batteriofagi”, che sono appunto batteri infettati dal virus [www.treccani.it/enciclopedia/batteriofago] (i più noti sono i fagi T [http://it.wikipedia.org/wiki/Batteriofago]. 

Peccato che non ci sia stato una errata corrige da parte della testata nazionale! Ma questa è tutta un’altra storia dato che il "batteriofago" non è un batterio e non è neppure un virus qualsiasi, ma una nuova struttura biologica definita…




IL PROSSIMO GIOCO A PREMI E'
IL GIOCO DEI COLORI COMPLEMENTARI 

3 commenti

Federico ha detto...

Volevo fare i miei complimenti per la professionalità con la quale si sono esaminate le risposte date. Tuttavia, se mi è concesso, vorrei fare un piccolo appunto su questo concetto:
"In realtà la differenza fra batteri e virus, non è il concetto di "vita" o di "morte", ma il come si presentano biologicamente e di conseguenza come si comportano poi nell’organismo infettato o ospite".

Se tecnicamente quello che c'è scritto è vero, tuttavia il fatto di non poter collocare i virus tra i Regni dei viventi, in quanto organismi "acellulari" pone una differenza significativa tra loro e gli altri organismi (compresi i batteri) che, a mio avviso, dovrebbe essere divulgata.

il dentista di provincia ha detto...

Complimenti al vincitore che ha saputo essere preciso e stringato. (Non riuscirò mai ad esser stringato).
Mi fa invidia il suo premio, perché è proprio quello che avrei scelto io. :-) Pazienza, ci sono le librerie …
Vorrei però fare due diverse considerazioni sugli errori che mi sono stati rimproverati e che riconosco tranquillamente.
Il primo è quello rilevato da Federico: i batteri fanno parte dei Monera. L’ho corretto, ma nessuno mi ha rimproverato di aver più avanti attribuito ai batteri meriti che invece vanno a quel tipo di funghi detto lieviti. E’ un saccaromicete che ci dà il vino ed il pane, non i batteri! A mia (inutile) discolpa posso cercar di addurre il fatto che il titolo sull’Internazionale parlava di microbi e forse mi ha messo fuori strada.
E’ molto difficile fare divulgazione scientifica senza farsi influenzare dai propri convincimenti, ma confesso candidamente che due imprecisioni rimproveratemi dalla nostra giudice sono espressamente volute.
1° Non ho detto che non esistono farmaci attivi contro i virus, ma sono assolutamente convinto della necessità di far sapere al grosso pubblico che i farmaci disponibili in farmacia sono inutili o inadeguati.
Permettetemi due esempi.
* Ricordate quella pubblicità: Ai primi sintomi di raffreddore … il tal farmaco! che blocca la malattia.
Questa pubblicità ingannevole può indurre ad usare un farmaco dopo uno o due starnuti che non sono indice di nessuna patologia e tanto meno di una rinite. Certo tutti quelli che si curano in quei casi saranno soddisfatti dell’efficacia del prodotto e diranno che per merito suo il raffreddore non è “scoppiato”.
In ogni caso non è possibile né vantaggioso curare la rinite da rinovirus; tuttalpiù dei sintomatici, come il farmaco di cui dicevo, possono ridurre il fastidio e rendere più facile aspettare la guarigione spontanea.
* Secondo esempio: l’herpes labialis. Molti pazienti che frequentano il mio studio usano per questo disturbo pomate a base di Aciclovir. L’attività di questo antivirale per uso topico è tutta da dimostrare, ma può invece causare la comparsa di resistenza anche per altri farmaci antivirali.
2° “le vaccinazioni: non sono dannose e possono far sparire un tipo di virus dalla faccia della Terra”.
E’ vero, come qualsiasi cosa in questo mondo, anche le vaccinazioni presentano un margine seppur piccolissimo di rischio. Tuttavia come medico sono preoccupato dalla resistenza che si è creata nella nostra società “avanzata” alle vaccinazioni e sono convinto che ciò sia causa di mali e rischi peggiori per il singolo e soprattutto per tutta la popolazione.
Il Rotary (associazione di cui faccio parte) si sta fortemente impegnando nella campagna di vaccinazioni su scala mondiale contro il Poliovirus. Siamo vicini alla completa eradicazione della malattia, ma in alcuni paesi si stanno manifestando resistenze al completamento della campagna di vaccinazione per motivi politico-religiosi. Questo allontana il momento in cui si potrà dichiarare che il virus della poliomielite non esiste più nel pianeta, come il 9.12.79 si poté dire per il virus del vaiolo.
Concludendo, mentre l’aver confuso microbi e batteri è stata mea culpa, mea maxima culpa, invece rivendico le imprecisioni sulle cure e vaccinazioni antivirali come rispondenti al mio dovere civile di medico e di cittadino, dato il pubblico cui intendevo rivolgermi.
P.S.: Ciò non inficia il giudizio della dott.ssa Caruso sul mio commento: è un giudizio assolutamente corretto.

Silvia C. ha detto...

Grazie ai nostri lettori che in modo puntuale e preciso contribuiscono al giusto significato della divulgazione scientifica.
E grazie al dentista di provincia che mi ha fatto notare come non sia chiaro il messaggio di cosa sia un batteriofago. Vi riporto la sua segnalazione:
"A questo punto devo segnalarle la confusione che lei fa tra virus batteriofagi (detti anche fagi) e batteri infettati.
Tra i tanti tipi di batteri che sono stati classificati si distingue un tipo che può infettare solo cellule batteriche e con una grande specificità. Sono chiamati batteriofagi perché per così dire mangiano batteri.
I batteriofagi non sono quindi batteri infettati, ma solo una classe di virus.
Nell’esperimento in questione (nda riferito all'articolo di Repubblica) non si usano cellule, ma “piccole macchinette” biologiche fatte di proteine".

Silvia Caruso