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ARTE, SCIENZE E IMPRESA: DIALOGO ZERO DI ARSCIENTIA

Venezia, 08.06.2012 - L’ Istituto Veneto di Scienze Lettere ad Arti accoglie gli ospiti con la suggestiva opera di Marc Didou dove la luce crea arte e immagine. È la serata del Dialogo Zero di Arscientia e il tema è di grande attualità: può l'unione di arte e  scienza creare impresa?
“Benvenuti nel dialogo fra arte, scienza e impresa, dove tre esperienze, seppur diverse nel percorso e nell’approccio, hanno lo stesso obiettivo: creare un ecosistema dell’innovazione e una contaminazione culturale” introduce Maccaferri, giornalista di Nòva-Il Sole 24 Ore e coordinatrice della serata.
Al tavolo Michael John Gorman, direttore del Science Gallery di Dublino, Stefania Quaini, co-fondatore di The Hub e Maria Grazia Mattei, creatrice e direttore di Meet The Media Guru e MGM Digital Communication.
I protagonisti si raccontano al pubblico e dialogano fra loro sul grande potenziale delle idee che generano valore a più livelli, prima culturale, poi personale e infine economico.
“Le idee sono virus e se circolano nelle persone mettono in moto altri meccanismi che alle volte sono inaspettati nei risultati”, afferma Mattei che racconta la sua esperienza,“ io arrivo dall’arte, il mio bagaglio culturale è di tipo umanistico, ma all’ inizio degli anni ’80 è successo qualcosa che mi ha cambiato. Ho capito che il mondo sarebbe stato digitale. Ero vista con sospetto, perché in quegli anni eravamo sicuramente agli inizi. Eravamo in pochi e con scarse risorse economiche, ma credevamo fortemente nelle nostre idee e questo ci ha portato a sviluppare e creare impresa. Già negli anni ‘70 avevamo capito che per l’innovazione era necessario avere un mix di competenze dove artisti, scienziati, ingegneri, informatici ecc. si incontravano mettendo insieme le idee, con fluidità di interazione della comunicazione. Avevamo creato una rete mondiale che comunicava con il fax, ma sperimentava nuovi modi di dialogo. Poi è arrivato il www che per noi non è stata una grande novità visto che lo facevamo già da anni, ma a modo nostro”.
“In Italia la situazione è un po’ come la carta moschicida”, scherza John Gorman,“le mosche ci sono ma spesso manca la carta per catturarle!”.
Si discute di come in Italia ci siano molti artisti e molte potenzialità di espressione ma, rispetto agli altri paesi del mondo, in Italia sono ancora pochi gli spazi ibridi dove dialogare.
“The Hub è un progetto nato nel 2005 a Trieste”, spiega Quaini, “proprio per creare nuovi modelli di impresa, con la condivisione di idee e spazi per risolvere concretamente i problemi. In Italia The Hub è a Milano, Rovereto, Trieste, in Sicilia e a breve anche a Bari. Molte sono le idee che ogni giorno vengono condivise, dal basso e con social innovation, per portare soluzioni concrete sul territorio mettendo insieme competenze diverse e creando una cultura d’impresa che fa rete con le aziende del nostro territorio, i professionisti e le possibilità di creazione”.
Suggestive le immagine che accompagnano John Gorman nel presentare i progetti della Science Gallery. Ed è così che spiega il suo punto di vista sul rapporto fra arte e scienza: il progetto provocatorio di “cuoio senza vittime” dove il cuoio è prodotto da cellule staminali, la cioccolata inalata, la frutta marcia che diventa fonte energetica... “Il nostro è un progetto per una piattaforma creativa e non una semplice esposizione. Il pubblico entra e partecipa nelle creazioni delle opere, per noi le idee devono essere contagiose e infettive”, conclude Gorman.
E se fra il pubblico c’è chi pensa che le idee siano solo “idealismo astratto”, il Dialogo Zero ha spiegato che non è così.
“L’arte deve essere l’ apripista per l’avanguardia e il network è il passo vincente. È importante creare Smart Cities tecnologicamente avanzate, ma se non si libera la creatività saranno solo strumenti e macchine che nessuno saprà apprezzare”, afferma Mattei.

Per partecipare ai prossimi dialoghi e conoscere tutti gli eventi in programma il sito è Arscientia.

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