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I MARZIANI? SIAMO NOI, SIAMO NOI...


L'Universo come una partita di calcio? Possibile!

Pare che l'incontro di andata si sia giocato molti secoli fa. L'Universo perse di due lunghezze con un sonoro 2-0 a favore degli antropocentrici "Man-Centered", con gol di Aristotele e Tolomeo.

La gara di ritorno vide questi ultimi, forti del vantaggio iniziale, dominare il campo, con Sole e pianeti che girano attorno alla Terra.


Ma ecco che verso il Cinquecento entra improvvisamente in azione un giovane e promettente terzino polacco di nome Kopernik: prende palla e con un lungo lancio in profondità taglia la difesa avversaria, con un libro rivoluzionario, che nel 1543 mette per la prima volta il Sole al centro e gli fa girare attorno la Terra.

Fa dunque ora l'ingresso il mitico Galileo Galilei, che gioca con un piccolo telescopio cucito sulla maglia blu notte della Dinamo Uni.

Galileo ha preso il ruolo di Giordano Bruno, espulso con bruciante ingiustizia dall'arbitro vestito con un pesante saio nero.

Galileo stringe al centro, e concretizza il brillante lancio di Kopernik osservando i satelliti intorno a Giove e il susseguirsi di fasi di Venere. Dunque la Terra non è al centro del Sistema solare, sono i pianeti che girano attorno al Sole. Galileo segna così il primo bellissimo gol della riscossa della Dinamo Uni.

Nella mischia sotto-porta Galileo incorre però in una pesante ammonizione, viene costretto dall'arbitro a rimangiarsi il pallone del gol e a dire che era buono...
Nel "processo del lunedì" celebrato un po' in ritardo nel 1984 il Papa alla moviola ammetterà che Galileo non era da ammonizione, anzi non aveva proprio commesso il fallo.
Nel finale del tempo (siamo nel 1859) entra in campo la Dinamo Uni un possente centravanti inglese, tale Charles Darwin, che nonostante l'età avanzata si porta a metà campo, e con una mossa animalesca (scimmiesca), insacca!
Non solo l'uomo non è più al centro dell'universo, ma ora sa di essere soltanto un caso particolare di scimmia.

Come andrà a finire la più importante partita mai giocata nell'universo? Non avete che da leggere il nuovo libro dell'astrofisico Giovanni Bignami, accademico dei Lincei e (primo italiano), Presidente del COSPAR, il Comitato Mondiale per la Ricerca Spaziale.

Un libro, "I marziani siamo noi" che vi svelerà i misteri della nascita della vita come la conosciamo della terra. Sapevate ad esempio che la chimica della vita si scrive con l'acronimo CHNOPS? Che sono i sei elementi base che sono presenti praticamente in ogni forma vivente, dal verme alla gallina, dal batterio all'elefante e naturalmente...

Si parte dallo CHNOPS, che poi è l'abbreviazione di Carbonio (C), Idrogeno (H), Azoto (N), Ossigeno (O), Fosforo(P), Zolfo (Z), per arrivare però ai veri "alieni", come alcuni granchi e scorpioni che hanno il sangue blu, perché per trasportare l'ossigeno nel sangue usano il rame (invece del ferro).

E i marziani? Siamo noi! Perché per quanto incredibile sembra essere siamo davvero nati dalle stelle.
Gli atomi di cui siamo fatti sono stati "fusi" all'interno delle grandi stelle, Supernove esplose in temi molto lontani. Le stelle di piccola massa come il Sole non avrebbero infatti potuto innescare le fusioni nucleari necessari per creare gli atomi più pesanti di cui è composta la vita.
  • Lo sapevate ad esempio che ogni anno cadono sulla Terra parecchi quintali di sassi marziani? Si proprio sassi del suolo marziano?
  • E che di recente l'umanità ha "inquinato" il Sistema Solare con microorganismi terrestri?
  • Che perfino nelle gelide regioni più esterne del Sistema solare ci sono ambienti potenzialmente favorevoli per la vita?
  • E che nel Sistema solare si trovano amminoacidi (i "mattoni" della vita) anche molto lontano dalla Terra?
Ma allora chi siamo noi? Siamo noi i veri alieni? Da quale luogo lontano veniamo? Siamo soli nell'Universo? Questo libro risponderà a molte delle vostre domande ma ve ne aprirà altrettante.
Fino a farvi esclamare, come Kant nella sua Critica della ragion pura: "Due cose riempiono l'animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto più spesso e più a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me"


A Gravità Zero, con ammirazione. Nanni Bignami





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