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LA RETE PREMIA IPAZIA: NEI CINEMA CON AGORA

Rachel Weisz interpreta Ipazia al cinema

Su Facebook stanno crescendo a migliaia i fan del nuovo film AGORA sulla vita Ipazia di Alessandria di Alejandro Amenábar interpretato dalla bella e bravissima Rachel Weisz.

Un film che ha rischiato la censura in Italia, e che è stato accolto con grandissimo clamore da decine di migliaia di fan grazie alla Rete. I social network ancora una volta hanno fatto il miracolo.

Segnaliamo come i media hanno reagito a questo tam tam: Piero Bianucci su La Stampa scrive chiaramente che "ha vinto il popolo di Internet" con diecimila firme sotto una petizione per ottenere che un film dedicato alla vita di questa scienziata venisse proiettato nel nostro paese.

Di Silvia Ronchey, si può leggere Ipazia: quando Talebani erano i cristiani, pubblicato il 14 aprile su La Stampa.

Alessandro Zaccuri su Avvenire, 14 aprile 2010, Una strana Ipazia illuminista

A confronto sul tema Luciano Canfora (sul Corriere della sera) e Davide Rondoni (su Avvenire). Ipazia, il coraggio della filosofia di Luciano Canfora, e L’Ipazia di Luzi e quella dell’ideologia di Davide Rondoni.

Roberta De Monticelli su Repubblica, 9 aprile 2010: Ipazia, la donna che sfidò la Chiesa

Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, docente di Storia della Filosofia medievale all’Università degli Studi di Milano, pubblicato su L’Unità, il 13 aprile 2010: Ipazia, la donna che osò sfidare la Chiesa in difesa della scienza

Il pezzo di Lietta Tornabuoni sempre su La Stampa che parla di Kolossal cinematografico:
"Ipazia viene attaccata pubblicamente dal capo dei cristiani con l’accusa anacronistica di stregoneria e fa una morte atroce squartata viva: parti del suo corpo vennero messe in mostra in città, come mònito per gli scienziati della ragione e per gli infedeli "
Alberto Crespi su l'Unità parla di un film che (fortunatamente) non è Hollywood, ma uno splendido affresco sull’intolleranza

Più che di Ipazia, Agorà parla di un’epoca in cui le religioni si combattono con violenza per assicurarsi il dominio sulle menti dei semplici. Ipazia non era una donna semplice. Vedere il film significa aiutarla, ancora oggi, nella sua lotta per la ragione.
Franco Cardini pubblicato su www.francocardini.net, il 2 febbraio 2010: Ipazia

Su Il Manifesto un pezzo di Mariuccia Ciotta dal titolo "La scienza dilaniata nel corpo di Ipazia" che descrive una censura del regista (voluta? provocata dall'alto?)

...è stato tagliato dallo stesso regista di venti minuti rispetto alla versione passata sulla Croisette. Così le «lezioni» di Ipazia si alleggeriscono, ma soprattutto ne risente la sequenza dove i parabolani massacrano a colpi di pietra un gruppo di ebrei riuniti in una cerimonia festosa. La spedizione punitiva ebraica risulta così sproporzionata (Amenabar ha seguito qualche suggerimento dall'alto?).

Celebrata lungo i secoli come un’eroina del libero pensiero, Ipazia era una filosofa e scienziata attiva ad Alessandria nel IV secolo dopo Cristo. Brutto posto, e brutto momento, per il libero pensiero.


Anche i blogger si sono mossi compatti a descrivere la pellicola: Fabio De Sicot parla di Ipazia come di una "special woman" e conclude
"ci hanno provato. hanno provato un’altra volta ad uccidere ipazia. ma questa volta non ce l’hanno fatta".

Il blog di una piccola libreria indipendente, Libreria Atlantide, ci parla dei libri usciti su questa grande scienziata, tra cui ci ricorda che Ipazia è anche un libro per ragazzi, per Fabbri L’occhio del sole, ambientato nella biblioteca di Alessandria.

"Una donna dalla straordinaria bellezza e curiosità, fondatrice di una palestra per le menti che come primo comandamento aveva la libertà di pensiero, quel tesoro spesso irraggiungibile e periodicamente messo a repentaglio da numerosi poteri, che ad esempio Giulio Giorello ha definito come «l’aria in cui respiriamo tutti, che non può essere sequestrata né da una religione né da un’ideologia». Ipazia precedette Giordano Bruno e tracciò addirittura uno schema meccanico dell’ellisse, giungendo al bagaglio di cognizioni kepleriane".
Cinemaleos' Blog non nasconde qualche critica al film, ma poi, afferma,:
è un lavoro che merita d’essere visto, innanzitutto per le indubbie notevoli qualità esteriori: bellissima ricostruzione, fotografia smagliante, scene di massa ottimamente orchestrate e riprese (la sequenza dell’assalto alla Biblioteca è una delle più belle che il grande schermo ci abbia mostrato negli ultimi tempi), cast diretto mirabilmente… Ma è degno d’attenzione soprattutto per la sua denuncia contro ogni forma di intolleranza e di fanatismo. Non un semplice kolossal, ma un film attualissimo che induce noi occidentali a un profondo esame di coscienza. Un film che suscita salutari polemiche e riflessioni, che non può non scuotere e porci tanti interrogativi sulla nostra storia e sul nostro presente.
Molto interessanti le osservazioni e i link di Phenomenology Lab, progetto editoriale on line nato per iniziativa del Centro di ricerca in fenomenologia e scienze della persona dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Da qui possiamo anche scaricare il Pdf del resoconto del Giorno sull’incontro che si è tenuto a Milano il 22 aprile sulla figura di Ipazia, al quale hanno partecipato Vito Mancuso, Umberto Eco, Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, Eva Cantarella, Giancarlo Bosetti.

Scarica l’articolo in formato Pdf: Ipazia martire pagana e forse escort del sapere.

Di Luciano Canfora, si può vedere il video girato durante l’incontro-dibattito su Ipazia - Una donna per la libertà, la scienza, contro ogni fanatismo svolto presso la Treccani di Roma. Altri video dei relatori intervenuti: Giulio Giorello, Silvia Ronchey, Carlo Ossola, Gabriella Caramore.

Sulla figura storica di Ipazia d’Alessandria e sulla sua ricezione dall’epoca tardoantica a oggi, un accurato contributo di Silvia Ronchey, docente di Civiltà bizantina all’Università di Siena, scaricabile in formato Pdf da www.imperobizantino.it.

Una rassegna stampa aggiornata è disponibile anche a cura del sito La voce di fiore.

Gravità Zero intervista una Ipazia dei nostri tempi, la matematica e filosofa della scienza Maria Rosa Menzio, che ha portato la vita della scienziata sulle scene teatrali italiane.

ultimo aggiornamento: 25 aprile




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2 commenti

Enrico Bo ha detto...

Pensa che quando si è cominciato a parlarne, credevo che non si sarebbe visto in Italia, con la storia del Vaticano ecc.
devo dire che però un pochino mi ha deluso, forse per la troppa aspettativa. Comunque , ce ne fossero di film così, per carità!

uniroma.tv ha detto...

Cinema e scienza o cinema versus scienza? Se n'è parlato al Palladium.

http://www.uniroma.tv/?id_video=17845

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