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ABBIAMO SCOPERTO UNA NOVA!

Continua la collaborazione con Carlo Ferri, dottorando in Fisica presso l'Institut de Ciències de l'Espai (CSIC-IEEC) di Barcellona e co-fondatore del blog Gravedad-Cero.org.
Quel che segue è il suo ultimo articolo inedito preparato per Gravità Zero! Una notizia che ha avuto larga eco internazionale. Qui la notizia su Adn.es.


Sulla base di osservazioni realizzate con il telescopio dell'Osservatorio Astronomico Joan Oró del Montsec (OadM), in Catalunya, il 30 giugno scorso il mio gruppo di ricerca dell'Institut de Ciències de l'Espai (CSIC-IEEC) ha scoperto un nuovo oggetto stellare nella galassia Andromeda candidato a essere una nova.



Anticamente, quando un nuovo oggetto celeste appariva nella volta celeste lì dove precedentemente non veniva rilevata alcuna sorgente luminosa gli astronomi parlavano di nova stella. In realtà, questa non era una nuova componente del firmamento quanto piuttosto una stella già esistente che, improvvisamente, diventava milioni di volte più luminosa e di conseguenza risultava visibile dal nostro pianeta.

Durante molto tempo questa nomenclatura fu usata indistintamente per qualsiasi oggetto che mostrasse un aumento eccezionale di luminosità. Curiosamente il termine fu usato per la prima volta dall'astronomo Tycho Brahe quando scoprì non una nova bensì una supernova, che tutt'oggi porta il suo nome ed è ubicata nella costellazione di Cassiopea. Solo successivamente, e grazie a osservazioni più precise basate su proprietà fisiche e chimiche, si iniziò a considerare la distinzione tra novae e le più potenti supernovae.

Le esplosioni delle stelle novae si verificano in sistemi stellari binari costituiti da una nana bianca, un tipo di stella poco luminosa e nella fase finale della sua evoluzione, e da una stella simile al Sole. La nana bianca riceve materia dalla sua compagna, fino a un punto in cui avviene l'esplosione. Considerato che attualmente si dispone solo di poche informazioni sulla fase precedente a una esplosione, è praticamente impossibile predire un fenomeno eruttivo. Il processo è simile a quello osservato nelle esplosioni di supernova con la differenza che le novae perdono solo gli strati più esterni senza distruggersi completamente. 

L'esplosione provoca la sintesi di nuove sostanze chimiche che vengono rilasciate nel mezzo interstellare. Questa proprietà, condivisa da novae e supenovae, le rende entrambe fondamentali per l'evoluzione delle galassie. In definitiva, i composti chimici espulsi da queste stelle ricoprono un ruolo importantissimo anche per la creazione di sistemi planetari simili al nostro. Questi atomi, con il tempo, si uniranno tra loro fino a produrre strutture sempre più complesse, essenziali per la formazione di altre stelle e pianeti.

Una traccia inconfondibile di questo fenomeno è osservabile nei grani di polvere pre-solari presenti nei meteoriti raccolti sulla Terra, i quali preservano la composizione chimica della sorgente primordiale. Una delle conseguenze più importanti di questi avvenimenti è che noi esseri umani esistiamo grazie a quelle stelle che hanno brillato durante milioni e milioni di anni. Studiarle vuol dire concretamente spiegare la storia della materia per capire la nostra esistenza.

Il nuovo oggetto appena identificato - che può essere attribuito alla classe delle novae - si trova nella Galassia Andromeda (o M31), la più grande e più brillante delle galassie che compongono il gruppo più vicino alla Terra, noto come Gruppo Locale. 

La scoperta effettuata dall'Osservatorio del Montsec, il cui il telescopio dispone di un funzionamento completamente robotizzato, è parte di un progetto di monitoraggio di novae utilizzando sia telescopi ottici terrestri sia quelli spaziali per i raggi X (come Chandra e XMM -Newton).


L'AUTORE, CARLO FERRI, SULLA STAMPA ITALIANA

Carlo Ferri ha recentemente pubblicato su Tuttoscienze de La Stampa una interessante intervista a Giovanna Tinetti (astrofisica), scaricabile da qui.

E due articoli pubblicati su IL SOLE 24 ORE in occasione dello speciale 40 anni dello sbarco dell'uomo sulla Luna intitolati
"Satellites, la caccia alle astronavi nelle steppe russe"
e
"Latte, ricotta, elio e altri ingredienti del suolo lunare"

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