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UN PLANETARIO PER OGNI SCUOLA

Il Planetario è uno strumento didattico di notevole importanza per tutte le scuole di ogni ordine e grado essendo lo studio dei fenomeni celesti comune a tutti i programmi di geografia, scienze e fisica. Naturalmente basterebbe questa ragione per giustificare il notevole sforzo che ha spinto due “vecchi” astrofili divulgatori di Palermo (Aldo Gagliano e Giuseppe Ciprì) a cimentarsi nell’avventura di un Planetario Itinerante. Ma non è stata l’unica ragione; anzi, a dir il vero, non è stata la più importante.

L’idea di base era quella di riuscire a coniugare tradizione ed innovazione nello stesso tempo; non il solito Planetario itinerante ma qualcosa che attraesse realmente i giovani.

La soluzione si è presentata grazie ai continui progressi dell’elettronica: un Planetario digitale.
Digitale perché in un’epoca dove i bambini di seconda elementare vanno a scuola con il telefonino, dove la comunicazione è tutt’uno con la multimedialità, dove si vive in un mondo di immagini veloci quali Tv, videogames, navigatori ecc., non si può non utilizzare strumenti di “cattura” visiva.

Il ragionamento è abbastanza semplice: l’Astronomia è indubbiamente la scienza che esercita il maggior fascino ed una attrazione particolare e per questo può essere usata come “veicolo” per introdurre in modo più agevole ed interessante molta parte della Fisica. L’Astronomia inoltre si presta, meglio di altre Scienze, o almeno in modo più immediato, ad insegnare e sperimentare il “metodo scientifico”.

Ma in un mondo dove l’immagine multimediale è parte attiva della nostra vita, dove tutto cambia a velocità relativistiche, come fare percepire in modo interessante che il Cielo invece cambia, ma in modo lento? I ragazzi/e non sono mentalmente equipaggiati per rendersene conto.

Viviamo inoltre in una realtà in cui i media (giornali, libri, TV, in parte anche il Web) privilegiano un approccio “spettacolare” alla Scienza ed a questa in particolare. Buchi neri, Big Bang, Stringhe cosmiche sono spesso gli unici fenomeni astronomici che, in modo incomprensibile, vengono riportati nei media e, nonostante tutto, “catturano“ lo spettatore.

Per questo i ragazzi/e, ma spesso anche gli insegnanti, si “annoiano” a studiare/ spiegare fenomeni semplici : il giorno e la notte, le stagioni, il Sole ecc. Chi ha assistito ad una lezione in un Planetario itinerante tradizionale (ottico-meccanico), nulla togliendo alla spettacolarità di un cielo stellato ed affascinante, sa bene che dopo dieci/quindici minuti l’attenzione cade in modo vertiginoso, soprattutto nella fascia di età più piccola.

E allora? La risposta è scontata: diamo quello che ci interessa dare così come si vuole riceverlo. O quanto meno, creiamo le condizioni di una spettacolarità corretta per interessare senza annoiare.

Sembrerà un discorso “di parte”, ma in fin dei conti non è interesse del divulgatore/ insegnante riuscire a far amare in modo comprensibile la materia che divulga/ insegna?



Planetaria, associazione no-profit, che svolge attività divulgativa in ambito astronomico e scientifico, cerca di far diventare la Fisica e l’Astronomia come un frame nascosto che pervade tutte le unità e serve ad introdurre importanti concetti fondamentali che hanno perciò valore strutturante e generativo di vera conoscenza.

Per informazioni: www.planetaria.it

1 commento

Anonimo ha detto...

i planetari digitali sono una cosa splendida. per latro lavorando con una macchina linux e su un software open source (planetarium...strutturato sulle librerie del piu' noto stellarium) che permette di creare degli script adatti ad ogni eta'. sara' la rivoluzione dei planetari. ne son convinto :-)